riformare il gioco

Togliere le “famigerate macchinette” da bar e tabaccai, ridurre nell’immediato -senza aspettare il 2019- una percentuale alta di slot machine (più del 30%), imporre regole precise per le sale da gioco per tutelare meglio le persone che vi si recano, porre limiti alle giocate, garantire assistenza professionale degli esercenti che hanno nel proprio locale apparecchiare da intrattenimento, impedire ogni rapporto tra gioco, casino online e minori, non è evidentemente abbastanza per il “circo del gioco pubblico” che sembra non tenere conto che il suo riordino è diventato indispensabile.

Ovviamente, tutto si può migliorare, anche l’ultima proposta d’accordo presentata la scorsa settimana dal Governo agli Enti Locali, ma abbandonare tutto ciò che è stato fatto nell’ultimo anno sarebbe veramente una follia. Follia, sopratutto, di chi da anni si batte per ridurre la domanda e l’offerta di gioco. Gli Enti Locali hanno fatto tanto lavoro sul territorio, si sono sostituiti praticamente allo Stato che, onestamente, in questi anni, a livello centrale è stato assente ed ora sembra che proprio loro, gli Enti Locali, non vogliano arrivare a questa riforma.

Lo Stato, da parte sua, passi indietro ne ha fatti ed uno in particolare, rendendosi conto che non potrà più contare su “certe entrate” che il gioco pubblico gli ha garantito in questi anni e la risposta a questo “passo indietro” non può essere semplicemente: questo “passo non basta”. Il documento dell’Esecutivo rappresenta una svolta epocale per il mondo del gioco, cambia tutta la ribalta e l’approccio che per anni è esistito nel settore ludico e che ha portato “alla moltiplicazione dei pani e dei pesci”.

riformare il giocoChi ancora oggi pensa che il gioco si debba abolire in ogni sua forma, non ha il “polso” del territorio ed è assolutamente libero di continuare a pensare questa “eresia” ed anche è libero di continuare a battagliare per i suoi obbiettivi, ma i cittadini italiani “vogliono divertirsi”, lo vogliono fare in tranquillità ed in sicurezza che uno Stato che li rispetta deve essere in condizione di promettere e mantenere.

Dopo anni in cui il settore si trascina in disquisizioni, interpretazioni normative, ricorsi ai vari Tribunali Amministrativi Regionali che hanno una molte di lavoro assurda per quello che riguarda il mondo-gioco, attese disattese, promesse non mantenute, speranze irrisolte sarebbe veramente giunto il momento di arrivare ad una convivenza serena del gioco nel sociale, come peraltro succede in tantissimi Paesi europei e nel mondo: perché in Italia non è possibile? Prendere anche qualche spunto da altre legislazioni, da altre esperienze potrebbe aiutarci a “capire” che il gioco può essere utile e non solo “un demone”. L’intelligenza il popolo italiano ce l’ha, ma la politica vuole arrivare veramente ad una soluzione?

Tutti insieme dovrebbero trovare la “forza di fare” qualcosa per il mondo del gioco d’azzardo pubblico e per i casino online autorizzati: non si vorrebbe tra qualche mese trovarsi di fronte al paradosso di aver utilizzato tutte le argomentazione “contro il gioco d’azzardo” per lasciare le cose esattamente come erano e come sono tuttora! Sarebbe imperdonabile ed incomprensibile.

Nuove norme per difendere il gioco lecito, la salute dei cittadini, il territorio dalla criminalità associata al gioco, un settore pieno di speranza: se non basta questo per far decidere che “qualcosa deve essere fatto” non ci sono speranze di veder tutelato il nostro bel Paese e diminuirà ancora di più il rispetto verso questa politica che si mette davanti agli interessi comuni.