Bossetti innocente

Appare sempre più chiaro, anche agli occhi degli avvocati famiglia Gambirasio, il movente sessuale relativamente alla morte della tredicenne di Brembate di Sopra: secondo i legali della famiglia – che hanno chiesto complessivamente un risarcimento pari a tre milioni di euro a Massimo Bossetti – la povera Yara sarebbe stata adescata dal carpentiere di Mapello, che era solito effettuare ricerche di tredicenni e ragazzine a sfondo sessuale sul suo pc.

Avvocati famiglia GambirasioSecondo quanto emerge dalle parole dell’avvocato Enrico Pelillo, è chiaro che l’omicidio è stato effettuato con movente sessuale: Massimo Bossetti avrebbe rapito la piccola Yara nella sera del 26 ottobre 2010 e successivamente l’avrebbe uccisa, lasciandola morire in agonia e da sola in quel campo di Chignolo D’Isola dove era stata abbandonata. Ma Bossetti non ci sta: il carpentiere di Mapello, che nell’arringa al processo è stato zitto per parecchio tempo, ad un certo punto ha rotto il silenzio dichiarando che tutto ciò che era stato oggetto di discorso dei legali non è affatto vero.

Bossetti continua, pertanto, a dichiarare la sua innocenza, nonostante il pm abbia chiesto per lui il massimo della pena, ovvero l’ergastolo e sei mesi di isolamento diurno. Non sembrano esserci dubbi: Bossetti – la cui firma dell’omicidio della piccola Yara è il Dna ritrovato sui leggins della tredicenne –  è colui che ha rapito, ucciso, e occultato Yara Gambirasio.