Quando sottoscriviamo un’obbligazione – recandoci presso la nostra banca di riferimento o agendo in autonomia tramite trading online – stiamo semplicemente finanziando una società (o un’istituzione pubblica) mediante un vero e proprio prestito.
Il motivo per cui lo facciamo non è certamente privo di una contropartita: dalla sottoscrizione dell’obbligazione ci attendiamo infatti il puntuale rimborso del capitale, e gli interessi che “ricompensano” il nostro sforzo.
In tale ambito, colui che emette il prestito obbligazionario prende il nome di “debitore”, mentre chi acquista il titolo obbligazionario è denominato “creditore”. Se vuoi approfondire l’argomento obbligazioni o altre tipologie di trading sul sito Transitionstrading.com trovi molte notizie, informazioni e guide di trading scritte in modo semplice e professionale.
Il rischio nelle obbligazioni
Il fatto che il debitore si impegni formalmente a restituire il capitale preso in prestito e a pagare gli interessi, non significa che… ci possa riuscire. Ed è proprio per questo motivo che è fondamentale, nella scelta dell’obbligazione da sottoscrivere, valutare attentamente la solvibilità del debitore, ovvero la sua capacità di onorare gli impegni assunti.
Una simile cautela non solamente ci tornerà utile per poterci “rasserenare” sulla possibilità che il debitore adempia a quanto dovuto, quanto anche nella possibilità di disfarci dell’obbligazione prima della scadenza naturale del prestito: come risulta intuibile, se il debitore si dimostrasse palesemente inadempiente, nessuno vorrà comprare l’obbligazione a nostre mani o, al limite, sarà possibile cedere il titolo a un prezzo ben poco conveniente.
Nel mercato del credito, la valutazione del merito creditizio dell’emittente è generalmente effettuata da specifiche agenzie di rating (le più famose sono Standard & Poor’s, Moody’s, Fitch), ed è un rating alfabetico o alfanumerico rilasciato dopo un’attenta analisi della situazione finanziaria e patrimoniale dell’emittente. Non è certamente l’unico elemento che dovrebbe orientare la vostra scelta, ma è comunque un buon dato informativo dal quale partire.
L’interesse nelle obbligazioni
Il contratto di prestito obbligazionario può disciplinare tutte le principali condizioni economiche del rapporto. In esse, sarà naturalmente presente anche un paragrafo dedicato agli interessi, sia nelle modalità che nei tempi di corresponsione.
Il tasso di interesse potrà ad esempio essere fisso (ovvero certo e predeterminato fin dalla nascita del prestito obbligazionario), oppure variabile (determinabile sulla base di alcuni parametri). Potrà inoltre essere corrisposto infrannualmente, annualmente oppure alla scadenza del prestito obbligazionario.
Come intuibile, sarà l’interesse l’elemento decisivo per valutare il rendimento del proprio investimento obbligazionario. E, come intuibile, il rendimento sarà strettamente correlato al rischio: più un debitore è rischioso (ovvero, maggiori sono le possibilità che possa incontrare qualche difficoltà nella corretta restituzione del prestito) e maggiore sarà presumibilmente il rendimento che dovrà garantire ai creditori affinché costoro sottoscrivano le obbligazioni.
Più generalmente, una volta che l’obbligazione è collocata e quotata sul mercato, il suo prezzo cambierà ogni giorno non solamente sulla base del rendimento atteso, quanto anche del giudizio di affidabilità assegnato e aggiornato con periodicità dalle agenzie di rating, oltreché dalle altre notizie macroeconomiche.
Il tutto, nella conferma di una relazione indissolubile, che sopra abbiamo già riassunto e che ribadiamo in questa conclusione: più l’emittente (debitore) è rischioso, in termini di possibile insolvenza, maggiore sarà il premio al rischio e, dunque, il rendimento che dovrà essere garantito al creditore.