Il gioco d’azzardo in Italia è un fenomeno fluido, i cui contorni cambiano anno dopo anno. I risultati, pubblicati a maggio, di uno studio condotto dall’Istituto di Fisiologia Clinica del Consiglio Nazionale delle Ricerche ci offrono un’interessante fotografia dell’evoluzione delle abitudini degli italiani negli ultimi anni, evidenziando come dal 2014 al 2017 il numero di cittadini che ha giocato d’azzardo almeno una volta sia cresciuto da 10 a 17 milioni. Sono aumentati anche i giocatori problematici che sono passati da 260.000 nel 2010 a circa 400.000 nello scorso anno.
Proprio questi dati, che erano già stati rilevati anche da studi precedenti del CNR e di altri enti di ricerca, hanno spinto il Movimento 5 Stelle a presentare un’interrogazione alla Commissione Europea centrata su 3 temi:
- la necessità di una più stringente regolamentazione dei giochi d’azzardo online e offline, al fine di poter meglio contrastare la diffusione della dipendenza da gioco;
- la protezione e la salute dei giocatori, come previsto dagli artt. 35 e 38 della Carta dei Diritti Fondamentali dell’Ue
- quali azioni possono essere attuate per la tutela dei minori, dai rischi del gioco d’azzardo.
Lo studio del CNR ci aiuta a capire come ci sia ancora molto da fare proprio in riferimento al terzo punto, cioè alla diffusione del gioco d’azzardo tra i giovani. Partendo da un dato comunque positivo che indica come nella fascia d’età 15-19 anni, il numero di ragazzi che ha giocato d’azzardo almeno una volta, sia passato da 1,4 milioni nel 2008 a circa 1 milione nel 2017, rimane preoccupante il fatto che i minori riescano ad accedere ad opportunità di scommessa, anche se per legge questo non dovrebbe assolutamente accadere.
Diversamente da quanto si potrebbe pensare, questa falla nella tutela dei giovani non viene dal gioco online, bensì dalle opzioni di scommessa che possono essere acquistate offline. È sufficiente consultare una guida ai casino online per scoprire che tutti i siti di gioco legali vietano categoricamente l’accesso al gioco ai soggetti minori di 18 anni, mentre non esistono controlli altrettanto stringenti quando si tratta di lotterie o di altre opportunità di gioco disponibili nel “bar sotto casa”.
Il report indica come i giochi più diffusi tra i giovani siano il Gratta & Vinci (64,7%), seguito dalle scommesse sportive e dalla categoria dei giochi di carte. Il 27,7% dei minorenni riferisce di aver giocato in sale scommesse mentre il 30,9% dichiara di scommettere in bar/tabacchi; le sale Bingo sembrano invece essere un baluardo della legalità, poiché paiono attuare maggiori controlli sull’età dei loro clienti.
Purtroppo, la facilità di accesso per i minori ai luoghi che offrono opportunità di scommessa è confermata dal fatto che meno di un terzo dei soggetti sotto i 18 anni riporta di aver avuto problemi a giocare in esercizi pubblici.
Le domande poste dal M5S alla Commissione Europea sembrano quindi centrare il problema anche se forse si potrebbe agire già a livello nazionale. Il momento politico attuale è ancora marcato da una grande incertezza e dall’assenza di un governo in grado di operare ma, indipendentemente da come si dipanerà la matassa, la tutela dei giovani dovrà essere una priorità.