“Sogno che il sorriso di Yara possa aiutare gli altri”: è con queste parole che il padre di Yara, il signor Fulvio Gambirasio, si è espresso in questi giorni uscendo, almeno per un attimo, dal silenzio mediatico che lo contraddistingue sin da quando è emersa, qualche anno fa, la notizia della morte di sua figlia. Secondo le accuse, e secondo soprattutto i giudici che hanno emanato la sentenza, la piccola Yara Gambirasio è morta per mano del muratore di Mapello, Massimo Bossetti, il quale avrebbe lasciato morire, da sola ed al freddo, la povera ginnasta dopo averla abbandonata nel campo di Chignolo d’Isola.
Un accanimento inutile su Yara, secondo i giudici: la piccola ginnasta, se solo fosse stata ritrovata in tempo, si sarebbe potuta salvare. Ed oggi i genitori non avrebbero pianto la scomparsa prematura della loro figlia.
Ma in questa storia, il padre della tredicenne di Brembate di Sopra cerca a tutti i costi di trovare uno spiraglio di luce e di speranza per tutti quei ragazzini con storie difficili, che potranno giovare del suo impegno e dell’impegno dell’associazione onlus La Passione di Yara. Fulvio Gambirasio, che ha sempre cercato di rimanere fuori dal processo mediatico che ha coinvolto soprattutto Massimo Bossetti, ha infatti dichiarato: “Spero che tra qualche anno, il 51% delle persone associ il nome di Yara Gambirasio ai progetti dell’associazione e ai risultati ottenuti per non far spegnere i sogni sportivi dei ragazzi di famiglie in difficoltà e solo il 49% alla tragedia che le è capitata”.